Le alte rese, oltre ad una qualità quasi sempre elevata, sono l’elemento che ha caratterizzato l’ultima campagna olearia, tranne per chi ha anticipato molto la raccolta senza riuscire a sfruttare le poche piogge settembrine che si sono verificate.

Personalmente giudico il dato, anche se acclamato da tutti molto positivamente, come molto poco interessante, almeno per come vengono normalmente calcolate le rese.

Solitamente andando al frantoio ci si imbatte in colleghi e vicini che dibattono su quel numerino:

“A te quanto ha fatto?”

“19!!!!! 19!!!!!!”

“Speriamo pure io!”

“A me 13! (lacrime)”

Ecco, quel numero esprime il peso dell’olio sul peso fresco del frutto, quindi conferendo un quintale di olive tal quale ed ottenendo 15 kg di olio, la resa è del 15%. Ma questo numero non dice assolutamente nulla sul contenuto iniziale di acqua e olio delle olive, ed è per questo che rischia di essere un numero fine a se stesso, poco più di una mera curiosità.

Quest’anno era possibile aspettarsi rese più alte: con le scarse piogge le olive hanno avuto un contenuto in acqua minore, e quindi, in rapporto, più olio. Ma non è detto che ciò sia avvenuto in termini assoluti. Per dirla con maggiore semplicità: la resa maggiore potrebbe essere stata data da un maggiore contenuto in olio, da una maggiore efficienza del metodo estrattivo o, più semplicemente, per un minor peso delle olive conferite.

Come detto molto bene qui, ben più interessante sarebbe esprimere la resa rispetto al contenuto in olio delle olive, in modo da potere dare una più reale ma anche utile rappresentazione dell’efficienza estrattiva del frantoio.